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L'Acer Platanoides Globosum, detto anche Acero di Norvegia, è un albero caducifolia con origine in nord Europa, da esporre in pieno sole resiste fino a -34°, resistente al vento e non alla salinità. Crescita lenta con chioma globosa massimo 8 metri in altezza e 4 in diametro. Le foglie sono palmate verdi e gialle in autunno. Fiori verde giallo da aprile e maggio e bacche (samare) da settembre a ottobre. Utilizzato in viali e giardini.
L’Acero norvegese (dal nome scientifico Acer Platanoides Globosum) è una pianta che si sviluppa molto in altezza e chioma. E’ dotato di una corteccia grigio-marrone e di un tronco eretto.
Date le sue origini nord europee, l’acero non ama i climi molto caldi e asciutti e predilige aree in mezz’ombra.
E’ una pianta di facile coltivazione e richiede poche cure. La potatura non è necessaria perché, negli anni, la chioma sviluppa da sé una forma globulare e compatta.
Gli aceri non hanno bisogno di un terreno particolare, ma deve essere tendenzialmente basico e poco calcareo. Nel momento della messa a dimora, è necessario creare uno strato di drenaggio sul fondo per evitare di creare zone di acqua stagnante. Alla base dell’acero vanno posizionati cortecce e lapilli, tali da permettere al terreno di rimanere sempre fresco.
L’acero può essere colpito da malattie fungine come l’oidio e la ruggine, ma possono essere pericolose solo se l’albero è ancora giovane. Basterà intervenire con fungicidi a base di rame o zolfo per evitare la perdita del fogliame. Gli esemplari più grandi di acero possono subire rari attacchi di parassiti senza mai manifestare sofferenze.
In caso di parassiti che causano defogliazione, è bene rimuovere il fogliame dal terreno e distruggerlo, in modo da non avere un nuovo attacco d’insetti l’anno successivo.
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